A scuola di Guggenheim-Viaggiatori nell’arte 9

Nome della scuola:

Scuola Primaria di Fane, Istituto Comprensivo di Negrar (Verona)

Docenti responsabili:

Vanna Fracca, Ardigò Giomarelli

Numero di studenti coinvolti:

39 studenti delle classi terze e quarte

Premessa

La nostra esperienza, ormai lunga, a contatto con i bambini della scuola primaria, ci ha da sempre fatto riflettere sulla difficoltà che essi dimostrano nella rappresentazione del movimento. Già dalla classe prima, si esprimono graficamente usando modelli di riferimento estremamente statici. La proposta di quest’anno “Arte ed energia” ci ha perciò stimolato ad approfondire la parte che riguarda la rappresentazione del movimento. Il nostro obiettivo è stato quello di condurre i bambini a riflettere sull’evidenza che la rappresentazione delle azioni da loro disegnate, comunicava immobilità e da qui, attraverso la conoscenza di artisti e opere, anche fotografiche, e dell’esperienza del cinema, arrivassero alla consapevolezza che è possibile rappresentare e trasmettere il movimento.

Metodologia

Il percorso è iniziato con la visualizzazione del film “Wolf Children” di Mamoru Hosada; la scelta è ricaduta su questo cartone anche perché al dvd erano allegati disegni preparatori dei personaggi e delle loro azioni. Abbiamo proseguito spiegando come si realizza un cartone animato e come il nostro occhio percepisce l’illusione del movimento. L’invito successivo è stato quello di scegliere una scena, disegnarne l’inizio, la fine e un momento centrale, quindi, con l’ellisse cinematografica, immaginare tutta la parte mancante. Per rinforzare questi concetti, abbiamo visualizzato le sperimentazioni fotografiche di Eadweard Maybridge, soprattutto la serie sui cavalli. Abbiamo proposto ai bambini la visione di un filmato creato estraendo le singole immagini dalle strisce del fotografo e successivamente rimontate con un software di editing. Questo come esempio evidente di come il nostro occhio percepisca l’illusione del movimento e da qui la comprensione del “mistero” del cinema. Su tale concetto sono state eseguite varie esercitazioni. In seguito abbiamo affrontato la corrente futurista proponendo, con la visualizzazione di varie opere, i concetti fondamentali semplificati. Gli artisti sui quali ci siamo soffermati, sono stati Gino Severini con Mare=ballerina e Giacomo Balla con le opere Mercurio transita davanti al sole, Dinamismo di un cane al guinzaglio e Bambina che corre sul balcone. Seguendo il suo percorso artistico, visualizzando la ricerca di Giacomo Balla sulle forme geometriche, sulla luce e sui colori, siamo arrivati alla comprensione dell’astrattismo. Queste opere, in cui il soggetto non è più riconoscibile, e dove la luce, il colore e la forma creano il movimento, si sono prestate per realizzare quello che era il nostro obiettivo: “muovere i quadri di Balla”. Inizialmente si sarebbe voluto utilizzare una cella solare collegata a un motorino elettrico; l’idea era motivata dal tema “arte ed energia”. Ogni alunno avrebbe creato un’opera in movimento per un’installazione collettiva dove contemporaneamente 39 lavori si sarebbero azionati. L’attività non è stata possibile per i costi elevati ma, il percorso effettuato sul cinema, ci ha permesso di trasformare l’idea in modo altrettanto proficuo. Ogni alunno ha scelto un’opera di Giacomo Balla tra tre proposte, colorato il disegno con le tempere e ha quindi estrapolato la parte del quadro che intendeva muovere e l’ha riprodotta sovrapponendola.  Con un ferma campione è stato possibile far ruotare la porzione di quadro. Tutte le opere sono state poi installate formando un’opera collettiva. Attraverso la tecnica del time-lapse, o, ancor meglio, del passo-uno, sono state realizzate, con camera montata su cavalletto, tante foto in successione dove, ad ogni scatto, il pezzo di quadro sovrapposto, veniva ruotato. Alla fine il tutto ha prodotto un filmato visionabile su YouTube dove è stato coniugato il percorso tra cinema e movimento-energia nell’arte. L’ultima parte del percorso, ha affrontato la riflessione sulla scultura e sulla tridimensionalità attraverso la visione di opere scultoree dall’arte antica fino ai nostri giorni, soffermandoci sull’artista Alexander Calder e i suoi mobiles. L’obiettivo era di far allontanare i bambini dallo stereotipo che la scultura è pesante, immobile e appoggiata a terra. Gli alunni si sono quindi messi in gioco, costruendo loro stessi con filo di ferro, piccole pietre, carta stagnola e filo da pesca, dei mobiles. Le proposte del percorso sono state realizzate nell'aula; ci si è inoltre serviti degli spazi comuni (atrio, cortile, palestra) e dell'aula con la LIM.

 

Nodi tematici

Il movimento, l’energia, la fotografia, il cinema, il Futurismo, l’Astrattismo, la scultura, i mobiles.