Il ventre della luna

Nome della scuola:

Istituto Comprensivo “Francesco D’Assisi”, Tezze sul Brenta (Vicenza)

Docenti responsabili:

Orietta Zampieri

Altri docenti partecipanti:

Katia Furlan, Licia Traverso, Elena Villanova, Antonio Altieri, Liuska Suelotto, Maria Cascone, Eva Bresolin, Chiara Cenzi, Giuliana Parolin, Matteo Segafreddo, Maria Luigia Campagnolo

Numero di studenti coinvolti:

64 studenti di terza

Premessa

Il progetto è stato un’opportunità di conoscenza, riflessione ed elaborazione creativa. Il percorso, in rapporto agli obiettivi di apprendimento di arte e immagine e delle altre discipline coinvolte, ha seguito due tracce tematiche:

  • “Energia in moto, il movimento come spostamento fisico e figurato”;
  • “Arte del corpo, il gesto nell’arte”.

Nella parte introduttiva, gli alunni sono stati chiamati a riflettere sul significato etimologico della parola “energia” intesa come capacità di agire, e sul concetto di “azione”, in rapporto sia allo spirito della fondatrice della Collezione Peggy Guggenheim, sia alla loro personale esperienza nel contesto quotidiano. A supporto di queste riflessioni, sono stati affiancati alcuni passaggi di due testi di Italo Calvino tratti da “Le Cosmicomiche”, racconti fantastici e paradossali che hanno suggerito il titolo del progetto, “Il ventre della luna”, e che hanno offerto un’ampia gamma di immagini sulle quali lavorare.

 

Metodologia

Gli alunni sono stati coinvolti in attività di osservazione e confronto di alcune opere della collezione analizzate durante le ore di arte e immagine in base a determinati parametri: il contesto storico-artistico, gli elementi formali, i materiali e le tecniche. Prerequisiti per affrontare questa fase sono stati la conoscenza del concetto di superamento del realismo e l’affermazione dei nuovi valori estetici delle Avanguardie del Novecento. Parallelamente a quest’attività, con la guida dei rispettivi insegnanti di italiano, hanno letto alcuni passaggi scelti di due racconti di Italo Calvino, “La distanza della luna” e “Tutto in un punto”; questi brani, da un lato sono stati il pretesto per riflettere sui contenuti tematici del progetto, grazie anche alla collaborazione dell’ insegnante di religione Chiara Cenzi, dall’altro, per la ricchezza degli spunti visivi suggeriti, hanno rappresentato un determinante punto di partenza per sviluppare l’attività di rielaborazione creativa e personale in ambito grafico, pittorico e plastico. Durante lo svolgimento del percorso, il concetto di energia e di moto sono stati affrontati in diverse modalità concordate con i rispettivi insegnanti, nello specifico:

  • Scienze: l’energia delle forze; lavoro, forza e spostamento; energia potenziale ed energia cinetica, l’energia meccanica, il degrado energetico; l’elettricità, le cariche elettriche, l’elettrizzazione dei corpi, la corrente elettrica, i generatori di corrente;

  • Tecnologia: il concetto di energia, fonti, forme, tipi di centrali elettriche, utilizzazione, i circuiti elettrici;
  • Educazione fisica: i meccanismi energetici di ricarica dell’ATP.

Grazie alla preziosa disponibilità e collaborazione degli insegnanti di musica, Prof.ssa Giuliana Parolin e Prof. Matteo Segafreddo, gli alunni hanno potuto conoscere alcuni brani del testo “Lo spirituale nell’arte” di Vasily Kandinsky, comprendendo la relazione tra colore e suono, e di sperimentare la tecnica aleatoria di John Cage, cioè la trasposizione in musica del concetto di casualità, riconducibile alla tecnica pittorica di Jackson Pollock. Rispetto a quest’ultimo artista, in base alle spiegazioni e alla visione di alcuni video originali mentre l’artista realizzava le sue opere, gli alunni hanno sperimentato la tecnica del dripping, divisi in piccoli gruppi di lavoro, alternando il loro intervento su cartoni stesi a terra, accompagnati da un sottofondo musicale di John Cage. A seguito di questa esperienza, le conoscenze teoriche e pratiche acquisite, sono state consolidate e arricchite in occasione della visita guidata alla Collezione Peggy Guggenheim a Venezia avvenuta il giorno 30 marzo 2015; l’uscita didattica è stata vissuta dalla maggior parte degli alunni come una stimolante occasione di apprendimento per affrontare la successiva fase di produzione e rielaborazione creativa. Tutti i contenuti emersi in base alle conoscenze teoriche e alle sperimentazioni pratiche, sono stati selezionati insieme all’insegnante, e rielaborati in forma pittorica durante le attività di laboratorio, facendo riferimento alle seguenti opere della collezione:

-Vasily Kandinsky, Paesaggio con macchie rosse n. 2, 1913; Croce bianca, 1922;

-Marc Chagall, La pioggia, 1911;

-Jackson Pollock, La donna luna, 1942, Foresta incantata, Alchimia, 1947;

-Ager Jorn, Senza titolo, 1956-57;

-Edmondo Bacci, Avvenimento #247, 1956.

Gli alunni, divisi in piccoli gruppi o a coppie, hanno dapprima elaborato un’idea in forma progettuale, concordata con l’insegnante e successivamente sono passati all’elaborazione del progetto realizzando un manufatto polimaterico bidimensionale. Dopo questa prima fase di sperimentazione creativa, sono stati guidati all’ideazione di elaborati più complessi in forma tridimensionale da realizzare sempre in coppia o piccoli gruppi. I principali riferimenti sono stati ancora una volta i testi di Italo Calvino e le seguenti opere scultoree della collezione:

Alexander Calder, Arco di petali, 1941; Testiera di letto in argento, 1945-46;

David Hare, Gabbia lunare (finestre delle lune), 1951;

Joseph Cornell, Pappagallo che predice il futuro, 1937-38;

Constantin Brancusi, Uccello nello spazio, 1932-40;

Alcuni progetti hanno preso come riferimento i mobiles di Alexander Calder e lo spostamento nello spazio per azione meccanica, altri hanno utilizzato le competenze acquisite in altre discipline (tecnologia) introducendo l’azione di un semplice circuito elettrico.

 

Nodi tematici

Il tema dello spostamento nello spazio fisico e figurato, dell’agire “verso” o “per” qualcosa (un oggetto, un luogo, una terra, una conquista, ma anche un obiettivo, un’idea, un sogno) ha infine costituito il pretesto per ampliare il concetto di “migrante” e di “migrazione” affrontato all’interno dell’attività integrativa “intercultura”, grazie all’Associazione  “Incontro tra i popoli”, che, nel mese di maggio 2015, ha organizzato un ciclo di incontri con le classi terze sui temi: “i migranti del passato e del presente” e “Il filo rosso della globalizzazione”. L’insegnante di religione Chiara Cenzi ha aiutato i ragazzi ad approfondire gli argomenti affrontati tramite attività di discussione e confronto. Riprendendo il significato metaforico del brano "La distanza della luna" e collegandolo alla parabola dei talenti (Mt. 25,14-30), gli alunni hanno avuto modo di riflettere sull'importanza del conoscere se stessi per poter realizzare i propri sogni. Dalle riflessioni svolte in classe, è emersa principalmente la considerazione che se da un lato è bello sognare ed è legittimo ambire a qualcosa che va oltre le proprie effettive capacità, si deve comunque essere consapevoli delle proprie potenzialità per poter fare il passo giusto nella direzione giusta. “Non mi devo né sottovalutare né sopravvalutare.” Il brano "Tutto in un punto" è stato invece collegato alla tematica della diversità-altro, argomento trattato molto spesso dall’insegnante con le classi. La riflessione ha cercato di affrontare sia il concetto personale di diversità, legato ai cambiamenti interiori ed esteriori della preadolescenza “io sono un continuo divenire e sono quindi sempre diverso”, sia la parte sociale della diversità, il fenomeno delle migrazioni e le loro cause, il processo di accoglienza da parte di altri paesi. Le attività di approfondimento sono state condivise in diverse modalità in base all’argomento. In generale, è stata rilevata maggiore disponibilità al confronto su temi più vicini alla realtà personale, la preadolescenza, i cambiamenti interiori e fisici, i sogni e i progetti futuri. La tematica dell’immigrazione in alcune classi ha generato dibattiti vivi e motivati che hanno fatto emergere diverse opinioni a volte divergenti e/o in alcuni casi, dichiaratamente razziste. Il punto di vista di molti ragazzi è influenzato dai messaggi recepiti dei mass media, ma soprattutto dall’ambiente in cui vivono che, per questioni culturali, non li ha aiutati a sviluppare un senso critico neutro su determinati problemi. Il sentimento percepito da alcuni insegnanti è stato talvolta di indifferenza o di preconcetto, in quanto la questione immigrazione viene sentita da una parte dei ragazzi ancora lontana dal loro vissuto quotidiano. A conclusione del progetto, ogni alunno ha avuto modo di proseguire la riflessione compilando schede di rilevazione individuali sull’esperienza, valutata nei suoi aspetti negativi e in quelli positivi. Tutti hanno evidenziato le fasi più significative del percorso, che in genere coincidevano con le attività di collaborazione con i propri compagni. Nonostante la difficoltà di comprendere i contenuti delle avanguardie artistiche del Novecento, la maggior parte degli alunni ha seguito con interesse e partecipazione la conoscenza delle opere scelte della Collezione, ed è rimasto favorevolmente colpito dalla possibilità di vederle dal vero in occasione dell’uscita didattica. Tutti gli alunni hanno potenziato la loro capacità progettuale e creativa, di analisi e di approfondimento, di confronto e di critica costruttiva, in un clima di scambio e di collaborazione, mantenendo come priorità la realizzazione dell’elaborato, quindi trovando soluzioni a eventuali problemi e accordi per portarlo a termine. Alcuni, nel corso della realizzazione pratica dei loro elaborati, sono riusciti a creare piccoli gruppi di lavoro coesi ed efficienti, coinvolgendo anche i compagni meno abituati all’organizzazione, riuscendo a motivarli positivamente facendoli sentire parte essenziale del processo. Queste situazioni hanno rappresentato un esempio anche per il resto del gruppo classe, che ha avuto modo di potenziare la consapevolezza della forza dello spirito collaborativo.  Rispetto alle esperienze concrete di collaborazione e aiuto reciproco per realizzare lo stesso obiettivo e ai risultati ottenuti a fine progetto, i condizionamenti culturali e i luoghi comuni espressi in alcune circostanze, sono sembrati parole lontane. Del resto la vera solidarietà sta nella pratica.