Filo...Filavi…Filò

Nome della scuola:

Scuola primaria “G. Pascoli” – Istituto Comprensivo Rovigo 1, Rovigo

Docenti responsabili:

Monica Bielli

Altri docenti partecipanti:

Francesca Devoti, Daniela Rovatti

Numero di studenti coinvolti:

40 alunni

Premessa

Partendo da una “fola”, (fiaba popolare) raccontata in Polesine, abbiamo navigato in equilibrio tra attualità e tradizione, lungo i nostri fiumi, scoprendo giorno dopo giorno come questi “fili” naturali, abbiano ricamato il paesaggio che ci circonda. Abbiamo cercato il magico nascosto tra le” trame” della nostra terra e della nostra cultura, ampliando le nostre conoscenze.

Metodologia

Divisi in piccoli gruppi di 3/4 bambini, abbiamo iniziato a ricercare attorno a noi tracce, segni, impronte visibili, ponendo la nostra attenzione prima sulle linee (classificandole geometricamente) e in un secondo tempo sulle superfici (Textures) nascoste nel nostro territorio. Dopo un’attenta osservazione del paesaggio reale, abbiamo scoperto le linee-forza e le diverse superfici nascoste in esso. Lo studio delle superfici ci ha consentito una conoscenza meno superficiale delle cose che sono intorno a noi e ci ha permesso di cogliere alcuni aspetti nascosti della natura che ci circonda. Abbiamo poi cercato e raccolto immagini e foto significative e infine abbiamo provato a riprodurle attraverso l’uso di alcune tecniche grafiche (stampa, graffito, collage, frottage, etc.) realizzando opere astratte.

Nodi tematici

L’opera di Yves Tanguy “Palazzo promontorio” (1931), un paesaggio astratto, che evoca in noi forme di paesaggi reali trasformando il tutto in un’illusione, ha fatto capire ai bambini il significato espressivo delle linee e come le loro caratteristiche visive possano suscitare dentro di noi ricordi di esperienze passate, stati d’animo, sentimenti, sensazioni, idee.

Il profondo interesse per il folklore e per le proprie origini, di artisti come il pittore Marc Chagall e lo scultore Costantin Brancusi, ci ha aiutato a scoprire che, come i bambini e gli uomini della preistoria, ci si può esprimere con un linguaggio primitivo, usando un tipo di rappresentazione in cui le dimensioni delle figure non indicano la loro posizione nello spazio tridimensionale e che la loro grandezza è dovuta all’importanza che l’autore attribuisce a ciascuna di esse.