Per fare un albero

Nome della scuola:

Scuola Primaria “Visintini”, Istituto Comprensiva Grimani, Marghera (Venezia)

Docenti responsabili:

Ketty Brocca

Altri docenti partecipanti:

Concetta Interliggi, Agata Brancaforte

Premessa

Il tema del nostro laboratorio di arte, svoltosi in classe a cadenza settimanale per gran parte dell'anno scolastico, era quello dell'albero. Abbiamo chiesto ai bambini di cimentarsi nella rappresentazione di un albero usando di volta in volta differenti tecniche e materiali. Ogni disegno veniva poi inserito all'interno di un raccoglitore, in modo che ciascun alunno si ritrovasse ad avere, a fine anno, la sua personale collezione di alberi.

Metodologia

Inizialmente abbiamo incontrato qualche difficoltà, poiché i bambini si lamentavano del fatto di dover disegnare sempre la stessa cosa. Mano a mano però che il “libro d'arte” prendeva forma, hanno meglio compreso il senso del laboratorio, ed hanno cominciato a prendere gusto nel cercare di immaginare nuovi materiali e nuove tecniche da sperimentare. Si sono resi conto infatti che non stavano affatto disegnando “la stessa cosa”, poiché il medesimo soggetto, trattato in maniera diversa, diventava una cosa del tutto nuova ed inaspettatamente diversa, sebbene a crearla fosse la stessa mano.
Abbiamo disegnato alberi con trucioli di matite colorate, carta di giornale, ne abbiamo “stampati” con la pellicola trasparente, stendendo il colore su di essa e poi pressandola sul foglio; abbiamo imitato Jackson Pollock creando i nostri alberi immaginari, lasciando gocciolare il colore sul foglio e soffiandoci sopra per creare dei rami. In autunno abbiamo usato le foglie raccolte in cortile e abbiamo usato la carta stagnola recuperata a merenda per gli alberi nella stagione invernale. Abbiamo anche creato degli alberi a partire da un mandala, o dall'impronta di una mano intinta nella pittura. L'ultimo lavoro eseguito non è stato un albero, ma un sole. Visto che avevamo seguito il ciclo delle stagioni, per scegliere i materiali coi quali rappresentare i nostri alberi, i bambini hanno chiesto di realizzare due soli, uno al mattino, giallo e splendente, e uno al tramonto, di un bel colore arancione, a rappresentare l'inizio e la chiusura del nostro lavoro di un anno (e forse anche la voglia di vacanze, essendo l'estate alle porte!). Quest'ultimo lavoro è stato realizzato con un impasto di sale grosso, acqua, colore e colla vinilica.

 

Nodi tematici

I limiti di un laboratorio come questo, naturalmente, sono stati quelli dei materiali da poter utilizzare: per i nostri alberi dovevamo usare quello che trovavamo, senza comprare nulla. Doveva trattarsi di un laboratorio ad “impatto zero”, non avrebbe avuto senso andare a comprare quello che ci serviva.

Una piccola sfida che i bambini hanno accolto con grande divertimento. Quando hanno potuto constatare, poi, di quanto materiale “inutile” eravamo riusciti a disfarci, facendolo diventare dell'altro, si sono stupiti e sono stati fieri del lavoro svolto. Le possibili varianti sono naturalmente infinite, l'idea non era certo quella di mostrare alla classe tutte le tecniche artistiche immaginabili, ma soltanto di fornire uno spunto di riflessione utile magari a future sperimentazioni. 
In vista della visita alla Collezione Peggy Guggenheim, abbiamo spiegato ai bambini che saremmo andati a vedere delle opere “illustri” di artisti che avevano fatto ricerca sui materiali e su modi non convenzionali di esprimere la propria creatività.

Di comune accordo, le insegnanti hanno pensato di non mostrare le opere prima della visita al museo, per non togliere ai bambini il gusto della scoperta.

Stessa cosa per quanto concerneva il laboratorio che sarebbero andati a fare, in occasione della visita stessa.

D'altro canto, osservare un'opera riprodotta su carta o proiettata su una lavagna multimediale nulla ha a che vedere con l'esperienza “dal vero”.

Ci si è limitati dunque a ragionare assieme sul significato di un luogo come il museo e sulla sua importanza storica e culturale, e in classe sono state esaminate delle opere affini a quelle che avrebbero interessato la nostra visita, facendo attenzione a che non fossero quelle esposte al museo.
Scelta questa che si è rivelata positiva, perché l'effetto sorpresa è stato davvero forte. Gli alunni sono rimasti incantati da quanto hanno visto, e benché affascinati dalle opere più inusuali, non si sono tuttavia stupiti del fatto che esse avessero trovato collocazione in un museo. Hanno piuttosto dato molto valore al fattore estetico, apprezzando le caratteristiche cromatiche e fisiche dei materiali scelti, discutendo spontaneamente tra loro e con le insegnanti delle sensazioni che suscitate da ciò che veniva loro mostrato. Una volta tornati in classe, lontani dal fascino irresistibile del museo, abbiamo voluto mettere in atto un piccolo esperimento, il quale ha dato risultati a dir poco sorprendenti. Il giorno dopo la visita, infatti, abbiamo chiesto ai bambini di disegnare l'opera del museo che più era loro piaciuta, o che più li aveva colpiti, non per forza in senso positivo, senza alcun ausilio visivo o suggerimento di altra natura, ma contando solo sulla propria memoria. Volevamo infatti verificare quanto fosse rimasto loro impresso di quello che avevano visto. I disegni prodotti sono stati così ricchi di particolari e così fedeli alle opere da lasciare sbalorditi (alcuni hanno perfino riprodotto le foto mostrate dalla guida durante le spiegazioni). Segno questo che si è trattata di un'esperienza assolutamente coinvolgente, che la classe ha seguito con estrema partecipazione e interesse. Al di là del valore estetico degli elaborati prodotti, direi che non potremmo essere più soddisfatte dei risultati raggiunti, soprattutto dopo aver avuto la prova di aver regalato ai bambini un'esperienza che porteranno per sempre nel cuore.