Mangiare bene per crescere meglio

Nome della scuola:

Scuola dell’infanzia “Alice guarda il mondo”, Loncon di Annone Veneto (Venezia)

Docenti responsabili:

Mery Barbuio

Altri docenti partecipanti:

Paola Bergamin, Elisa Bravo, Francesca Cambareri, Isabella Grassi, Franca Montagner, Deborah Sanavia, Lucia Sarcetta, Jessica Serra

Numero di studenti coinvolti:

80 bambini di tutte le sezioni

Premessa

n quest’anno scolastico si è scelto di proseguire un lavoro inerente alla tematica del cibo iniziato nell’anno scolastico 2015/2016. Le motivazioni di tale scelta risiedono nella constatazione di come il cibo, oltre a mero bene primario e fonte di sussistenza, rivesta molteplici significati culturali ed etici a cui sono esposti anche i bambini. Si pensi alla differenza tra cibo consumato dagli avi e cibo “moderno”; la presenza nelle nostre scuole di bambini provenienti da altri Paesi, anche extracomunitari, ci induce a conoscere, come mai prima, cibi lontani che riflettono abitudini e culture diverse. Il tema particolarmente dibattuto della sostenibilità e del cibo sano è un esempio di come la produzione, la distribuzione e la cura del cibo abbiano implicazioni etiche importanti con ricadute necessarie anche nell’assunzione di responsabilità individuali attraverso comportamenti corretti di rispetto di sé, degli altri e dell’ambiente. Si è rilevato inoltre come uno dei comportamenti maggiormente osservabili nei bambini sia la scarsa abitudine ad assaggiare cibi diversi e, quindi, la tendenza a preferire sempre gli stessi alimenti riducendo il ventaglio delle possibili scelte. La finalità generale del progetto è stata quella di promuovere abitudini alimentari corrette e uno stile di vita sano per sé e per gli altri in un’ottica di non spreco e di salvaguardia del bene comune. 

Metodologia

Le metodologie scelte sono quelle dello “sfondo motivante” e del “problema curioso”. Il personaggio fantastico di Annabella è una bambina speciale che suggerisce e stimola nuove piste di lavoro affidando ai bambini di volta in volta “problemi curiosi” da risolvere. I suoi quesiti si basano sulle idee ingenue degli alunni che vengono raccolte e mappate con la metodologia didattica del circle time. Successivamente, ai bambini vengono offerte situazioni in cui sperimentare, provare, costruire e confrontarsi tra pari e con il mondo esterno, grazie anche al coinvolgimento di esperti esterni (professionisti e volontari competenti del settore), vivendo momenti significativi che hanno l’intento di favorire la ristrutturazione delle conoscenze. Altra metodologia utilizzata è quella di lavorare in piccoli gruppi (circa 20 alunni) misti per età e livelli di competenza in modo da favorire il più possibile lo scambio di idee e conoscenze tra bambini di diverse età e vissuti esperienziali.

Nodi tematici

L’input del progetto rivolto a tutti i bambini è stato il recupero delle tracce delle conoscenze sulla piramide alimentare e si è passati ad indagare sull’origine del cibo. Alcune delle domande chiave sono state: “Da dove viene il cibo? Dove nasce? In quali preparazioni lo posso trovare?” (ad esempio: “In quali cibi si trova l’acqua?” o “Come arrivano la frutta e verdura nel nostro piatto?”). Dopo la condivisione delle varie idee e una loro prima formalizzazione, ai bambini sono state offerte delle uscite didattiche, in particolare alla latteria, al mercato ittico e al mercato a km 0 del paese, in cui hanno potuto toccare e vedere i luoghi in cui si produce e distribuisce il cibo. Hanno conosciuto coloro che lo producono (casaro, pescatore, coltivatore), hanno potuto rivolgere loro delle domande; le notizie e le informazioni ricevute hanno prodotto alcuni cambiamenti rispetto alle loro idee iniziali. La visita a tali luoghi ha permesso inoltre di introdurre il tema e il problema della conservazione del cibo attraverso la sua trasformazione. Annabella ha chiesto di trasformare il latte e così hanno prodotto principali prodotti caseari come burro, yogurt e ricotta. In questo modo hanno sperimentato come trasformando l’alimento base sia possibile conservarlo e consumarlo in forme diverse. L’esperienza della condivisone conviviale di qualcosa prodotto da loro stessi ha motivato i bambini a consumare questi alimenti superando alcuni limiti e paure nell’assaggiare qualcosa di poco noto. Si sono sperimentate poi forme diverse di conservazione come la cottura (produzione di marmellata), il sotto sale (insaporitore naturale a base di erbe aromatiche del nostro orto), il sottovuoto che permette di conservare il prodotto nella forma originale per tempi lunghi. È stata sperimentata anche l’essicazione sia per la produzione di chips di mela che di una tisana a km 0 (prodotti di scarto ma buoni recuperati a scuola) regalata alla mamma. Un corpo per essere sano necessita di mangiare bene, con particolare attenzione al consumo di frutta e verdura, ma anche di muoversi. Il suggerimento ci viene da un artista, Keith Haring, che i bambini hanno conosciuto nel laboratorio espressivo. I suoi “omini” hanno suggerito posture e significati che hanno provato a riprodurre da soli e in piccoli gruppi dando vita con il corpo a delle opere viventi. Altro spunto è stata la visione delle riproduzioni delle opere “Verso l’alto” di Vasily Kandinsky, “Piazza” di Alberto Giacometti, “Al velodromo” di Jean Metzinger, “Mare=Ballerina” di Gino Severini, “Silhouette” di Man Ray. Le opere sono state analizzate individuandone gli elementi costitutivi (sfondo, figura in primo piano, linee, colori usati e tecniche) e raccogliendo le idee di tutti riguardo al loro significato. Alcune sono state scomposte negli elementi costitutivi e i bambini sono stati invitati a ricomporle dapprima seguendo il modello dell’opera originale e poi invitandoli a crearne di nuove e personali, partendo dagli stessi elementi e combinandoli secondo il proprio gusto e significato. Dalle suggestioni ricavate dalle rappresentazione del corpo statico e in movimento prodotte dai diversi artisti e da altre esperienze, i bambini sono stati protagonisti della progettazione di giochi motori che sono stati poi realizzati con i genitori il giorno della festa di fine anno, dando vita a compiti autentici in cui sono state formalizzate le esperienze di un intero anno scolastico. La visita alla Collezione Peggy Guggenheim ha permesso, infine, di ammirare le opere sopra citate e percepire dal vivo alcuni particolari che non erano stati colti visionando le riproduzioni.