Artisti globali - Qual è l'originale? Qual è la copia?

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Nome della scuola:

I.T.C. Riccati-Luzzatti

Docenti responsabili:

Sebastiano Pizzardi

Altri docenti partecipanti:

Paola Gesiotto, Alessandra Faenza

Numero di studenti coinvolti:

29

Premessa

La strutturazione del percorso didattico, focalizzato sulla visita alla Collezione Peggy Guggenheim, si incentra su alcune figure di artisti che presentano personalità cosmopolite ed eclettiche, legate alle diverse esperienze culturali svolte in vari luoghi, reali o immaginari, ma comunque riflesso di una contaminazione di civiltà, sempre più multietniche e meno eurocentriche. L’espansione coloniale della cultura europea nel corso dell’ottocento raggiunse l’apice sul finire del secolo mettendo a contatto i canoni occidentali del “bello” con i parametri estetici “altri” non ancora valorizzati adeguatamente. Da Giorgio De Chirico, col suo repertorio iconografico che spazia dal classicismo delle piazze italiane alle reminiscenze mitologiche della sua terra natia, la Grecia; a Jackson Pollock, con le sue suggestioni native americane e gli accenti visionari e simbolici; infine con il feltrino Tancredi Parmeggiani, allucinato, pazzo, informale, maledetto per eccellenza.

Metodologia

Nelle attività didattiche sono state utilizzate svariate metodologie quali analisi delle opere museali, lezioni frontali, brain storming, problem solving, correlazioni, analogie e differenze tra i manufatti dei diversi artisti approfonditi, lezioni interattive e ricerca-azione. Le fasi previste si sono articolate in base alla suddivisione sia in piccoli gruppi che singolarmente, mettendo in risalto il cooperative learning, l’interazione e il confronto aperto ai diversi contributi di idee. Sono stati perseguiti gli obiettivi trasversali della socializzazione e dell’integrazione all’insegna dell’interculturalità e dell’accoglienza. Nell’ambito del programma educativo ideato dalla Collezione Guggenheim si è svolta una visita guidata al museo omonimo.

Nodi tematici

Le trasformazioni delle società odierne riflettono il rimescolamento di popoli, idee, culture causate da massicci fenomeni migratori. Analogamente il secolo scorso ha conosciuto un dinamismo e un’interazione interculturale riflessa nei linguaggi artistici, nella metafora del “viaggio” e nella circolazione globale, fisica e mentale, dei diversi artisti. La “de-territorializzazione” dell’arte e dell’esistenza supera confini e barriere e materializza nuove zone di “contatto”, di osmosi, come afferma l’artista di “Performance Art” Guillermo Gomez-Peña: “Scrivo sugli aerei, sui treni, nei caffè. Viaggio di città in città, da costa a costa, di paese in paese”. A una più intensa e costante interazione artistica fa da contraltare la solitudine, l’isolamento, nella “folla”, nella piazza gremita, dell’uomo, che si scopre così solo e perso, privo delle tradizionali coordinate geografico-culturali, come a sottolineare il relativismo dell’Io che brancola nel buio alla ricerca di nuove identità e inusitate strade da percorrere. L’artista che emerge, privo di preconcetti e pregiudizi, si apre pertanto a inediti orizzonti artistici, evita l’omologazione culturale ed esplora soluzioni sovversive e rivoluzionarie. Nell’analizzare e descrivere i vari itinerari artistici, si prenderanno in esame personalità quali Alberto Giacometti, Jackson Pollock, Tancredi Parmeggiani, Jean Arp, Joan Mirò e le contaminazioni culturali riflesse nelle loro opere.