L'autoritratto come chiave di lettura del proprio tempo

Nome della scuola:

Pianca Happy English School - Conegliano (TV)

Docenti responsabili:

Truccolo Luca

Altri docenti partecipanti:

Adolphson Stephanie

Numero di studenti coinvolti:

21

Premessa

Il progetto si è strutturato nella prima parte dell’anno, quando ancora, ignari dei quel che ci sarebbe accaduto, liberi e spontanei abbiamo iniziato a ragionare sul tema: io sono o sono quello che dovrei essere per essere riconosciuto nella la società in cui vivo? La risposta dei ragazzi era dubbiosa, e non poteva che essere così. Pirandello ci insegnava più di cento anni fa che la “maschera” la dobbiamo indossare forse come schermo, o meglio come guscio protettivo in un ansimare di virtuali espressioni.
Come possiamo ragionare su noi stessi, se la società ci detta i modi e i costumi da seguire per farne parte? Siamo solo degli interlocutori passivi ai mutamenti sociali o siamo protagonisti? Questo ci siamo chiesti.
Dovevamo assolutamente porci delle domande scomode e naufragare nel mare dei contrapposti, ovvero partire dall’esteriore, quello che tutti vedono e sommariamente giudicano e trasformalo in un’entità del nostro essere. Siamo andati a ritroso nel tempo e abbiamo creato un ponte temporale tra le nostre riflessioni odierne e quelle di uomini del passato in un’Europa tradita dall’apparenza della modernità. Osservando come spettatori apparentemente disinteressati, abbiamo incontrato dei sovversivi spezzare in due la storia e reiventarla. In questi contesti l’arte figurativa presentava da un lato la bellezza esteriore e ricca di fiducia e da un lato più nascosto la verità del malessere di una società in crisi di valori. In un silenzio armonico ci siamo inoltrati nel periodo a cavallo tra XIX e XX secolo, periodo di grandi fermenti creativi, ma ad attirare la nostra attenzione sono stati due non-artisti Guillaume Apollinaire e Filippo Tommaso Marinetti. Due poeti che assieme agli amici pittori e scultori del tempo hanno creato il concetto di avanguardia.

Con loro, la “parola”, arma letale per assuefare le masse in un concetto nazionalista, viene utilizzata come veicolo della libertà e della propensione verso un futuro migliore. Questi poeti non si limitano a pronunciarla o a scriverla in versi, ma evocano con la “forma” il loro messaggio. Da qui è nato il nostro lavoro. Il ragionamento su se stessi, l’immagine esteriore del volto ovvero quello che ci permette di essere riconosciuti nella società e il racconto del nostro mondo attraverso le parole hanno formato le colonne portanti di tutti gli elaborati. 

Ogni partecipante è partito da una propria foto autoritratto, un’immagine replicabile, una normalità in una società assuefatta di selfie. Il lavoro doveva riguardare parola e forma. Autoritratto-forma, il mio essere-esistere-parola.
L’unione di questi tre mondi ha prodotto degli autoritratti-biografie in cui testi di canzoni, di libri o solo parole formavano l’essenza di come devo rappresentarmi. In lingua italiana, in lingua inglese, in corsivo, in stampatello, attraverso dei simboli… le parole dovevano essere forma e chiaroscuro dovendo modellare chi sono. 

Tutto doveva rappresentarmi. E lo specchio? 

Non serviva più perché questi ragazzi si sono esposti alla vita.

Gli elaborati sono stati realizzati in integrità durante il lockdown, e questo penso sia un incredibile messaggio di come l’arte sia ancora in grado di stimolare le generazioni. 

Metodologia

Il progetto è stato seguito da due insegnanti di arte e immagine che alternavano le lezioni in lingua italiana e inglese.
Il percorso è stato suddiviso in tre fasi ben distinte, differenziate sulla base del tema affrontato. 

  1. Conoscenza: analisi storico-tecnica delle opere scelte, in riferimento al contesto storico e sociale nel quale gli artisti hanno lavorato;
  2. Idea: ogni alunno ha progettato individualmente il proprio elaborato e scelto la tecnica più idonea a realizzarlo;
  3. Realizzazione: esecuzione di un elaborato grafico o pittorico e relazione sul lavoro svolto.

Nodi tematici

Il Novecento e il concetto di Avanguardia in rapporto alla società, la poesia visiva, i calligrammi e le tavole parolibere futuriste;
La storia come “struttura” del presente;
Il ruolo sociale dell’artista;
Conflitti, scoperte scientifiche e psicoanalisi in rapporto all’arte del Novecento.