Rivoluzione

Nel 1543 Niccolò Copernico (1473–1543) scrive Delle rivoluzioni dei mondi celesti, in cui presenta la teoria secondo cui il Sole si trova al centro del sistema di orbite dei pianeti. Le teorie geocentriche vengono così smantellate da quella che viene ricordata come la Rivoluzione copernicana. Con la teoria eliocentrica nasce anche una nuova concezione del termine “rivoluzione”: fino ad allora, infatti, la parola “rivoluzione” si usava in ambito scientifico per intendere il “moto” o meglio il “movimento che un corpo compie intorno a un altro”. Grazie alla dirompente scoperta di Copernico, la parola “rivoluzione” comincia a caricarsi del significato odierno. Oggi, infatti, quando si parla di rivoluzione si pensa ai processi che nella storia umana, antica e moderna, occidentale e orientale, hanno portato a cambiamenti radicali della società. In età moderna, l’esempio più rappresentativo è la Rivoluzione francese (1789–99): dopo l’assalto alla Bastiglia del 14 luglio, la sommossa popolare mette in crisi l’antico regime per favorire la nascita del moderno Stato di diritto. La Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino (1789) fissa i diritti di libertà politica, religiosa e di pensiero, e assicura le stesse garanzie giuridiche a tutti, coerentemente con i principi di liberté, égalité, fraternité che avevano animato la rivolta. Eugène Delacroix (1798–1863) rappresenta allegoricamente il primo di questi principi nel dipinto La libertà che guida il popolo (1830), in cui una figura allegorica femminile guida i rivoluzionari verso la vittoria impugnando il tricolore francese. Nei secoli si sono susseguite grandi rivoluzioni socio-politiche in tutto il mondo, da quella russa (1905, 1917) a quella messicana (1910–20), cinese (1946), cubana (1959), iraniana (1978–79), ad esempio, durante le quali classi o gruppi sociali subalterni si sono ribellati allo status quo per stabilire un nuovo ordinamento. Una rivoluzione di altro tipo avviene a fine ‘700, quando le infrastrutture produttive tradizionali vengono man mano soppiantate dal sistema industriale moderno, fatto di fabbriche e macchine, in conseguenza allo sviluppo di nuove tecnologie. 

È la Prima rivoluzione industriale, evento che determina in poco tempo nuovi assetti economici e sociali rivoluzionando gli standard di vita delle comunità, e che avrà esiti dirompenti con le politiche industriali di massa nei paesi europei nel corso della Seconda rivoluzione industriale. In Il quarto Stato (1898–1901) il pittore Giuseppe Pellizza da Volpedo (1868–1907) rappresenta il proletariato, le tensioni dei lavoratori e le battaglie politico-sindacali che fioriscono a seguito di tale rivoluzione. In risposta al progresso tecnologico e industriale nasce una delle più potenti avanguardie del ’900, il Futurismo: un movimento artistico, letterario e politico che promuove un rinnovamento radicale di tutte le forme di espressione culturale, rifiutando la tradizione ed esaltando il progresso. Umberto Boccioni (1882–1916) opera una rivoluzione in ambito artistico quando nel Manifesto della scultura futurista (1912) propone l’uso di materiali disparati in una sola opera e rifiuta la forma chiusa a favore di piani diversi che si intersecano. Questi concetti sono ben sintetizzati nell’opera Dinamismo di un cavallo in corsa + case (1915), in cui Boccioni si serve dell’immagine del cavallo per creare l’illusione di una fusione di forme e di una compressione dello spazio. Tutte le cosiddette avanguardie storiche, così come i principali movimenti del secondo dopoguerra, nascono dal desiderio di rinnovamento e riescono a determinare vere e proprie rivoluzioni, avvenimenti di radicale rottura con il passato.