ALLA RICERCA DELLA LIBERTA’

Nome della scuola:

Istituto delle Suore delle Poverelle-Istituto Palazzola

Docenti responsabili:

Vania Arteterapeuta Pizzato

Numero di studenti coinvolti:

1

Premessa

Il progetto si è sviluppato seguendo le tracce relative al percorso artistico-culturale, sociale ed economico che ha caratterizzato il XX e XXI secolo presentato nella bozza. Quel desiderio di “libertà” che il titolo stesso del progetto propone è stato ricercato sia nelle opere degli artisti presi in considerazione sia nel personale percorso di vita del protagonista del progetto. Si è trattato di un viaggio a ritroso nel tempo attraverso un percorso di riscoperta della storia italiana ed europea, ma soprattutto di un viaggio personale che le opere di artisti come Balla, Duchamp e Picasso hanno contribuito a dare vita ad un viaggio a ritroso nel tempo.

Metodologia

Il progetto si è sviluppato seguendo le tracce relative al percorso artistico-culturale, sociale ed economico che ha caratterizzato il XX e XXI secolo presentato nella bozza. Quel desiderio di “libertà” che il titolo stesso del progetto propone è stato ricercato sia nelle opere degli artisti presi in considerazione sia nel personale percorso di vita del protagonista del progetto. Si è trattato di un viaggio a ritroso nel tempo attraverso un percorso di riscoperta della storia italiana ed europea, ma soprattutto di un viaggio personale che le opere di artisti come Balla, Duchamp e Picasso hanno contribuito a dare vita ad un viaggio a ritroso nel tempo.

Nodi tematici

Il tema della velocità, il tempo che scorre, la percezione reale delle innovazioni e cambiamenti storici, tecnologici, culturali e sociali sono stati affrontati attraverso la rivisitazione delle opere di Balla, “Velocità astratta + rumore”. Il Futurismo italiano con i suoi esponenti più vivaci ha dato il via ad una ricerca sulla personale velocità, sugli oggetti veloci, sul significato che il termine stesso designa e come esso sia riconducibile ai processi di cambiamento che hanno caratterizzato gli anni del secondo dopoguerra in avanti, la visione dell’auto che corre è uno degli elementi più significativi. Un processo già iniziato nei primi anni del 900, ma che ha visto un progressivo, e rapido evolversi, dagli anni 50 in avanti, con sorprendenti scatti evolutivi negli anni novanta del secolo scorso, grazie a scienza e tecnologia, e negli ultimi vent’anni del XXI secolo.

Per riuscire a fermare questo processo di rapida evoluzione ci è venuto in aiuto il prezioso lavoro di M. Duchamp con la sua “Scatola in una valigia”. La costruzione di una personale “valigia dei ricordi” ha dato il giusto collocamento a tutta una serie di oggetti, disegni, immagini che hanno fatto parte delle personali rivoluzioni. Come del resto Duchamp aveva fatto con le sue opere d’arte in miniatura, la scatola diventa una custode silenziosa e discreta per del nuovo materiale. Senza nessuna pretesa di visibilità, se non quella di svolgere la sua funzione di custode, un oggetto in cartone tiene al sicuro il materiale realizzato e che rievoca il personale viaggio rivoluzionario che ha caratterizzato la vita del protagonista del progetto, affiancata ad un viaggio nella storia recente.

Il processo creativo è stato supportato da un’attenta visione delle opere di P. Picasso, “Il poeta” ma soprattutto “Pipa bicchiere e bottiglia di Vieux Marc”. Il collage è risultato il mediatore per eccellenza, in quanto ha favorito un’attenta ricerca di immagini e parole, che, con ironia e divertito sarcasmo, hanno dato vita ad un racconto. Il risultato finale è una storia personale ricca di dettagli che hanno reso unica ed irripetibile un’esperienza di vita che ha visto molteplici cambiamenti, alcuni positivi altri un po' meno.

Con uno sguardo attento, ed un’ulteriore ricerca dei particolari, il lavoro narra una storia che si srotola a ritroso nel tempo in un continuo carosello di ricordi importanti, di legami con il territorio, le persone e anche gli animali da compagnia.

Allo stesso tempo le immagini sono affiancate da parole tolte da articoli di giornali e, come i dadaisti, sono frasi che stimolano domande personali ma, allo stesso tempo, rivolte ad un pubblico più vasto ed eterogeneo.

Si tratta di un processo creativo in continua evoluzione, con momenti di pausa e di riflessione per sedimentare quanto emerso in modo da favorire, in una fase successiva, il proseguo di questo racconto. La ricerca, l’attenta selezione del materiale linguistico e di immagini, sono fondamentali in questo momento di vita del protagonista in quanto permettono una lettura delle esperienze vissute con attenzione e anche sdrammatizzazione.

Si tratta di un racconto che allo stesso tempo è rivoluzione ma anche ricerca di quella libertà che ogni uomo sogna e desidera.

L’indagine del periodo dell’astrazione e dell’espressionismo non sono state ancora trattate a chiusura del progetto in quanto si è privilegiato, da parte del protagonista e da me condivisa, la componente espressiva che la tecnica del collage ha avviato.