Narrare storie è un atto persuasivo: attraverso le parole si raccontano eventi, reali o fittizi, coinvolgendo intenzionalità ed emozioni, parlando di contesti e, a volte, presupponendo una morale.
Le storie della tradizione popolare hanno una forte potenza simbolica, tale da creare quel substrato culturale che caratterizza ogni comunità di persone. Il pasărea măiastra dei racconti popolari rumeni, ad esempio, è un essere ultraterreno di particolare bellezza, dotato di straordinari poteri magici. Maiastra vive in solitudine e mostra sporadicamente le sue piume. Nel 1912, Constantin Brancusi (1876-1957) riproduce l’uccello in ottone, appollaiato su un piedistallo di pietra, con il ventre rigonfio mentre sta emettendo il suo canto rigenerante. Maiastra è l’equivalente della fenice, l’uccello immortale di cui parla Erodoto (484–425 circa a.C.) nelle Storie (440-429 a.C.), capace di rinascere dalle proprie ceneri e presente nel folklore di tante culture: in quella induista si chiama, ad esempio, गरुड़ Garuḍa, gli Egizi la chiamavano Bennu, nell’antica tradizione cinese si chiama 鳳凰Fenghuang ed è rosso.
Tuttavia, le storie che hanno appassionato l’uomo fin dagli albori della civiltà non sono sempre e solo mitiche e leggendarie. Esistono narrazioni che riguardano “le persone qualunque” e che restano impresse nell’immaginario collettivo per alcuni avvenimenti incredibili e particolari. Questo è il caso di Ferdinand Cheval, noto come il facteur Cheval, il postino del borgo medioevale francese Hauterives. Grazie al suo lavoro, recupera per strada più di 100.000 sassi che nel tempo assembla con malta e cemento per costruir il palazzo dei suoi sogni, un luogo assolutamente inabitabile popolato da animali, giganti, fate e personaggi mitologici. Il palais ideal è un’enorme abitazione fiabesca, oggi visitabile, realizzata da colui che diventerà un eroe surrealista, tanto da ispirare alcune opere di Max Ernst (1891-1976), tra cui il collage Il postino Cheval (1932).
Si può inoltre risalire a storie dimenticate, e ricostruire avvenimenti e fatti realmente accaduti, attraverso lo studio di luoghi, reperti storici, archeologici e opere d’arte antiche. Treasures from the Wreck of the Unbelievable (2016) presenta la storia dell’antico naufragio della nave Apistos, che trasportava la collezione di Cif Amotan, un liberto che voleva portare tutti i suoi preziosi averi a un tempio dedicato al dio Sole. Peccato che la storia sia totalmente inventata e che né Cif Amotan né l’Apistos siano mai esistiti. Gli oggetti superstiti di questo naufragio mai avvenuto sono “ritrovamenti” realizzati dall’artista Damien Hirst (1965), che ha creato una “falsa” storia mitica.
Storie fantastiche altrettanto affascinanti sono le fiabe. L’artista Joseph Cornell (1903-1972), nell’opera Scena per una fiaba (1942), inserisce in una scatola di legno una stampa del 1517 dell’antico Château de Madrid a Parigi. L’opera è ispirata ai balletti di Pëtr Il'ič Čajkovskij (1840-1993), molto amati da Cornell e influenzati da fiabe tradizionali europee e russe, come La bella addormentata, la cui storia è ricordata soprattutto grazie alla versione dei fratelli Grimm in Fiabe del focolare (1812). La fiaba racconta di una principessa che, addormentata da una fata, si risveglia dopo 100 anni quando un principe giunge al suo castello e la risveglia con un bacio. Rivolgendo lo sguardo verso Oriente, racconti di origine egizia, mesopotamica, indiana e persiana costituiscono il corpus della raccolta Le mille e una notte. Il libro, una compilazione di autori vari risalente al X secolo, adotta l’espediente letterario della cornice narrativa usata anche nel Decameron, la raccolta di cento novelle scritta da Giovanni Boccaccio nel XIV secolo: dentro una storia che fa da contesto, si inseriscono singoli racconti con personaggi diversi e varie ambientazioni.