Amore
Amore

Il verbo amare, derivato dal sanscrito kāmare, veniva usato già dai latini per intendere voler bene, aver cura oppure desiderare con passione. Anche l’etimologia delle parole love o Liebe – comune rispettivamente in inglese e in tedesco – rivela una radice protogermanica di significato analogo, ovvero “preoccuparsi” ma anche “desiderare”.

Definire con precisione e in maniera assoluta la parola “amore” è difficile, poiché il termine indica un sentimento che può essere più o meno intenso e più o meno carico di passione. Le diverse prospettive dipendono dai vari e diversificati contesti culturali, ma anche dall’oggetto stesso del sentimento. I greci antichi, non a caso, distinguevano quattro forme di amore: quello parentale che esiste tra i membri di un nucleo familiare; philia (φιλία), ovvero l’amicizia, l’affetto o una forma di passione per qualcosa; il desiderio erotico nella sua dimensione fisica e carnale; e infine agape (ἀγάπη), l’amore disinteressato. In tutti i casi, il sentimento è sempre e comunque diretto verso l’“Altro”, da cui ci sentiamo appagati in una condizione di benessere o in una forma di piacere.


Nella mitologia classica, l’amore era personificato da due divinità: nel mondo greco da Eros e Afrodite, in quello latino da Cupido e Venere. Le passioni amorose venivano celebrate nei versi in greco antico di Saffo e di Callimaco, e ancora di più nelle liriche d’amore del poeta latino Catullo. “Odi et amo” è il suo verso più famoso che racconta, letteralmente e in tre parole, un sentimento tormentato. A innalzare l’amore a concetto filosofico totale fu Platone che lo associò alla contemplazione della bellezza, principio che ispirerà l’idea di amore incondizionato verso Dio proclamato dai teologi e dai filosofi cristiani. L’amore celebrato nelle poesie provenzali e nei versi poetici del Dolce stil novo è, invece, un sentimento sconfinato la cui rievocazione arriva al suo culmine nella poetica dantesca. “L’amor che move il sole e l’altre stelle” è l’ultimo verso del Paradiso a chiusura della Divina commedia, che ben esprime quanto l’amore, inteso come forza universale, sia il meccanismo capace di muovere la vita intera. 

L’amore – con tutte le sue complessità – è stato uno dei principali motori della produzione artistica di tutti i tempi, il sentimento protagonista della poesia, della prosa e anche delle arti figurative. Le rappresentazioni dell’amore più canoniche diminuiscono quando, a inizio del XX secolo, con l’avvento della psicanalisi, si comincia ad analizzare questo sentimento come un fenomeno mosso da impulsi irrazionali. Se movimenti come il Cubismo o il Futurismo non contemplano alcuna forma di espressione sentimentale, è il Surrealismo a riprendere le teorie freudiane per rappresentare scene in cui emergono le manifestazioni dell’inconscio, comprese le pulsioni erotiche, i traumi e le idee più libere del sentimento. Salvador Dalí (1904–1989) le analizza in dipinti come La nascita dei desideri liquidi, 1931–32; Max Ernst (1891–1976) evoca il desiderio non corrisposto ne La vestizione della sposa, 1940, o affronta la forma erotica dell’amore ne Il bacio, 1927. Lontano dai surrealisti, Vasily Kandinsky (1866–1944) assegna al sentimento un colore, il rosso, usato per le rappresentazioni vivaci dell’animo umano, compresa l’eccitazione, il desiderio e l’amore intenso.  


Dopo aver osservato un affresco ritrovato a Ercolano e raffigurante una baccante che abbraccia amorevolmente un fauno, Antonio Canova (1757–1822) trova l’ispirazione per realizzare la scultura neoclassica più celebre al mondo, Amore e Psiche, 1788–1793, in cui le due divinità in marmo bianco stanno per baciarsi in un momento di dolcezza. Un bacio più appassionato è al centro del dipinto più celebre di Francesco Hayez (1791–1882), opera manifesto dell’arte romantica italiana, mentre due giovani innamorati avvolti in tonache dorate sono i protagonisti de Il bacio, 1907–08 di Gustav Klimt (1862–1918). L’amore – idealizzato o reale, corrisposto o respinto, eterosessuale e non – è centrale anche nella produzione artistica contemporanea, in romanzi, film o canzoni che raccontano le relazioni di tutti i giorni con le relative difficoltà, delusioni e dolori. Nonostante il sentimento amoroso sia evocato in tante forme espressive, il mondo contemporaneo è però segnato da una disconnessione emotiva causata da una “seconda vita” virtuale, e anche da una maggiore diffidenza verso l’“Altro” e chi è “diverso”.

Allenare i sentimenti è un’urgenza dei nostri tempi così come lavorare sullo sviluppo dell’empatia, quell’abilità che migliora i rapporti e aiuta a creare relazioni sane fra le persone, per assicurare la reciproca felicità.