In viaggio attraverso i paesaggi dell’arte e della letteratura, tra realtà e immaginazione

Nome della scuola:

Istituto Comprensivo “G. Zanellato”, Monselice (Padova)

Docenti responsabili:

Giovanna Cancian

Altri docenti partecipanti:

Roberta Romano, Aureliana Temporin, Stefano Sguotti

Numero di studenti coinvolti:

50 studenti

Premessa

«Vedere, viaggiare, sentire: i concetti vanno da sempre a braccetto e sono sintetizzati nella “geografia emozionale”. Territori storici, naturali e mentali, dove l’accento è dato tanto al luogo fisico quanto alle emozioni, piacevoli o sgradevoli, che si muovono nell’esploratore». (Anonimo

Metodologia

Il percorso è partito dalla descrizione del paesaggio geografico: i planisferi, le carte geografiche, le mappe nautiche, le cartine stradali che si usano solo in macchina o i suggerimenti stradali della voce meccanica di un navigatore. L’uomo ha sempre avuto bisogno di rappresentare lo spazio in cui vive, dare forma e dimensione al paesaggio in cui si muove. Per farlo ha incanalato la sua fantasia ed il suo desiderio di conoscenza in rappresentazioni che volevano essere oggettive ma che erano rappresentazioni da contestualizzare di volta in volta per funzione, periodo storico, cultura e conoscenze soggettive. Siamo partiti dai mappamondi, dagli atlanti, dalle cartine appese al muro della classe per analizzare i criteri di rappresentazione cartografica, le proiezioni, le assonometrie e le scale di riduzione ed ingrandimento. Si è cercato di accompagnare i ragazzi in un viaggio storico attraverso l’evoluzione delle rappresentazioni spaziali, dalle prime testimonianze paleolitiche (Lescaux) fino ai giorni nostri dove le carte geografiche si sganciano delle regole geometriche e diventano simboliche e concettuali (Boetti), aderenti più ad un mondo fantastico che non a quello nostro reale. La cartografia è stato il modo più rapido per comprendere le caratteristiche di uno spazio e di rendere più concreto un luogo, seppur lontano. Abbiamo voluto quindi documentare cosa potesse venir fuori quando alla competenza geografica razionale si fossero affiancate le infinite possibilità dell’immaginario infantile. Un vero e proprio percorso che ha portato i ragazzi ad usare il loro sguardo libero per approcciare un’insolita geografia che partendo dai mondi reali e arrivata a quelli possibili, giungendo infine a quelli fantastici, sognati, letti o narrati. Oggetto della nostra rappresentazione è stata l’Italia con le sue venti realtà regionali; l’invito fatto ai ragazzi è stato quello di rappresentare quelle realtà, a ricostruirle in spazi artificiali come delle scatole, ed a renderle bidimensionali come carte. Tali carte regionali non dovevano per forza indicare un luogo o una strada, ma anzi potevano benissimo servire a farla perdere: e forse non consiste anche in questo il fascino di un viaggio? Una possibile via di fuga: mappe per perdersi dunque, ma anche per ritrovarsi. E per ritrovare particolari nascosti. Con queste premesse il viaggio nelle realtà regionali italiane poteva essere immaginario e la descrizione dei luoghi non-visitati, o meglio dei non-luoghi poteva essere comunque realizzata in modo efficace. Molti dei nostri ragazzi non avevano infatti mai visitato le regioni che hanno poi rappresentato. L’analisi dei lavori di Max Ernst e di Joseph Cornell, le loro figure di artisti, e le opere viste alla Collezione Peggy Guggenheim hanno fornito ai ragazzi la teorizzazione dell’idea che anche loro possono viaggiare, anche da soli, visitare luoghi lontani o vicini, attraversare paesaggi e trasformarli secondo il loro gusto fantasia e desiderio, anche se solo con il potere dell’immaginazione fantastica e fantasiosa.

Nodi tematici

La cartografia;
Il viaggio come rappresentazione;
La voce paesaggio;
Osservatori nordici (Olandesi e Fiamminghi);
Fra veduta e paesaggio;
I paesaggi spirituali del Romanticismo (Viandante sul mare di Nebbia di Caspar David Friedrich);
I paesaggi d’acqua degli Impressionisti;
Notturni nella pittura;
I paesaggi della nostalgia;
Il paesaggio e i ricordi;
Geografie impossibili e viaggi immaginari.

 Gli alunni si sono sentiti molto coinvolti in questo progetto dal punto di vista emotivo e culturale-didattico. Il ripensare e rivedere la propria esistenza attraverso il linguaggio iconico, ha sprigionato un gran numero di sentimenti, di emozioni e di ricordi autobiografici; ciò ha consentito loro di comprendere meglio le loro capacità, doti e di proiettarsi pure nel futuro, facendo riferimento ai sogni nel cassetto.
Dal punto di vista culturale il progetto, legato alla didattica laboratoriale, ha fatto emergere le conoscenze apprese dagli alunni attraverso le letture di testi letterari e ha fatto loro comprendere che tutto questo bagaglio culturale non serve solo a scuola per raggiungere un bel voto per le discipline coinvolte nel progetto, ma è utile per comprendere meglio la propria vita, per riflettere sulle proprie capacità e poter avere più consapevolezza dei propri mezzi operativi (competenze), al fine di mettere a frutto il sapere acquisito attraverso lo studio della storia dell’arte, delle tecniche pittoriche e la conoscenza di poeti, scrittori e artisti.

E’ stata pure utilissima la visita alla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia, considerata da molti alunni come fonte primaria d’ispirazione, attraverso l’osservazione delle opere degli artisti contemporanei.