Bello e brutto

Nome della scuola:

Scuola Primaria G. Perlasca di Quinto Vicentino

Docenti responsabili:

Roberta Albano, Francesca Argento, Paola Viola

Numero di studenti coinvolti:

19

Premessa

Attraverso dei percorsi di ricerca e conoscenza degli autori e delle loro opere e successivamente in laboratori pratici gli alunni hanno potuto sperimentare le tecniche studiate ed approcciarsi in modo critico, creativo e personale alla rielaborazione dei capolavori. Di volta in volta hanno potuto esporre le proprie realizzazioni all’interno della scuola in un allestimento di mostra temporanea per sottoporre i loro elaborati alle critiche e giudizi dei compagni delle altre classi. Questo ha consentito loro di sperimentare in prima persona la difficoltà di riuscire a trasmettere completamente, utilizzando forme e colori, il proprio stato d’animo e le proprie idee. Tutto il percorso didattico si è snodato nei mesi tra gennaio e maggio. Nei mesi di gennaio, febbraio, marzo, aprile sono state dedicate dalla classe due lezioni mensili di due ore l’una per arte. Come prima esperienza, nel grande atrio della scuola, gli alunni hanno trovato ad attenderli due immense tele bianche, striscioni di carta delle dimensioni di circa 2 metri e 70 di lunghezza per 1 metro e 30 di altezza. L’esperienza prevedeva due momenti distinti: in un primo momento avrebbero lavorato su una tela a 19 mani (una sola per ciascuno) con i colori proposti, solo colori chiari e vivaci, sulle note di musica classica. Successivamente sono passati sulla seconda tela con sottofondo musicale jazz e poi rock e l’utilizzo di colori scuri e oro. Ciò che è stato richiesto è stato di lasciarsi trasportare dalla musica e dai colori, di dare forma alle emozioni senza disegnare qualcosa di concreto. Ciascun bambino era coinvolto, concentrato e trasportato ma anche attento a condividere positivamente lo spazio a disposizione. Finite le due opere hanno potuto verbalizzare quanto rappresentato, ciò che avevano provato e commentare il rapporto tra l’idea e il risultato effettivo. Ogni bambino ha scritto poi, in modo anonimo, un titolo per ciascuna opera artistica e dopo una democratica votazione i quadri avevano un nome. Il percorso interdisciplinare intrapreso si è rivelato ricco di sfaccettature e infinite possibilità. Ha consentito di lavorare in simultanea in italiano con gli aggettivi qualificativi e il testo descrittivo; ciascun quadro ha ispirato i due sottogruppi di classe nella stesura di un testo narrativo fantastico. Anche in questo caso era richiesto il contributo originale personale all’interno di un contesto di collaborazione per la buona riuscita dell’obiettivo comune. Lo step successivo è stato esporre le due grandi opere e ascoltare le impressioni dei visitatori ovvero gli alunni delle altre classi. Con grande sorpresa degli artisti il quadro che ha riscosso maggiore successo è stato quello dai colori chiari. Quello scuro, che tanto aveva divertito durante la realizzazione, è stato definito pauroso, troppo scuro, inquietante, brutto. Da qui è partita una profonda riflessione sui termini bello e brutto che ha preparato il terreno all’intervento della Filosofa che ha condotto con la classe, in più incontri, il discorso socratico (Philosophy with children). Pablo Picasso si è ben prestato, soprattutto con i suoi ritratti e lo stile d’impatto del cubismo, a esternazioni di commenti e giudizi istintivi poi rivisti e approfonditi. Ciascun alunno ha potuto sostenere le proprie tesi imparando ad argomentare e a rispettare il pensiero altrui, se pure divergente.
“Il bello è negli occhi di chi lo contempla”: gli alunni, accompagnati dall’esperta esterna e dall’insegnante di classe in un laboratorio di dialogo argomentativo, si sono trovati a riflettere su parole di uso comune per scoprire che i significati possono essere molteplici. Sono stati condotti attraverso un percorso, che ha lasciato libero spazio di opinione e di confronto, alla scoperta di nuovi orizzonti di significato.  I bambini, attraverso l’affascinante arte dell’argomentazione, hanno dedotto che i giudizi sono relativi, soggettivi in quanto il soggetto è il vero protagonista del suo pensiero. Questa la definizione a cui siamo giunti:
“La bellezza è un viaggio fantastico di sogni, di sentimenti e desideri diversi dopo l’impatto iniziale; essa porta tranquillità e serenità in un rapporto di forme e di gioco. È un nuovo modo di guardare che fa emergere l’anima che è dentro di noi, che fa pensare e che fa crescere.”
Attraverso dei percorsi di ricerca e conoscenza degli autori e delle loro opere e successivamente in laboratori pratici gli alunni hanno potuto sperimentare le tecniche studiate ed approcciarsi in modo critico, creativo e personale alla rielaborazione dei capolavori. Sono stati allestiti laboratori in cui hanno sperimentato materiali diversi, polveri, tempere, colori ad olio, acquerelli … Di volta in volta hanno esposto le proprie opere realizzate che sono state sottoposte alle critiche e giudizi dei compagni delle altre classi per sperimentare in prima persona la difficoltà di riuscire a trasmettere completamente, utilizzando forme e colori spesso in modo astratto, il proprio stato d’animo e le proprie idee. Questo ha accresciuto il senso critico ed estetico come affermazione del proprio pensiero divergente. Kandinsky ha permesso di allacciare percorsi artistico-creativi alle conoscenze e abilità acquisite in geometria : con compasso, linee e forme gli alunni hanno ricreato le composizioni secondo  i propri equilibri e il proprio stato d’animo associando alle emozioni, secondo il proprio punto di vista, forme e colori. L’astrattismo e gli acquerelli hanno consentito di sperimentare senso di libertà e la creatività. Alla fine del nostro percorso, non meno significativa è stata la visione del film Wonder (diretto da Stephen Chbosky) per riflettere sui pregiudizi e gli stereotipi che spesso condizionano. Il nostro giudizio. Siamo più abituati a vedere e meno a guardare, ma spesso “l’essenziale è invisibile agli occhi” (dal libro Il Piccolo Principe). Abbiamo fatto nostra la frase del film: “Se non ti piace quello che vedi, cambia il tuo modo di guardare!” La nostra visita guidata alla Collezione Peggy Guggenheim ha rappresentato il coronamento di un percorso vissuto intensamente. Personalmente come insegnante ed educatore ho avuto grande gratificazione nell’ascoltare la nostra guida disquisire con bambini di 9 anni di cubismo piuttosto che astrattismo come si trattasse della cosa più naturale del mondo. Per gli alunni poter guardare dal vivo le opere di grandi artisti è stato appagante, arricchente e stimolante.

Metodologia

Metodo di ricerca in cooperative learning, circle time, dialogo socratico e metodo laboratoriale.

Nodi tematici

Tre artisti e loro opere; l’evoluzione delle correnti artistiche nel tempo; tecniche e strumenti per realizzare degli elaborati pittorici; il senso critico ed estetico come affermazione del proprio pensiero divergente; giudizio, pregiudizio, correnti e mode e stereotipi.

Opere del Museo analizzate in classe:

 - Busto di uomo in maglia a righe (1939)  e Sulla spiaggia (1937) di Pablo Picasso;

- Paesaggio con macchie rosse 2 (1908) e Croce bianca (1922) Vasilij Vasil'evič Kandinskij

- L’impero della luce (1932) René Magritte