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ERRORE “non hai commesso un errore se non hai mai tentato qualcosa di nuovo”

Nome della scuola:

Scuola Secondaria di secondo grado, Liceo Artistico “Boscardin”, Vicenza

Docenti responsabili:

Giorgio Mingardi

Altri docenti partecipanti:

Fulvia Dequal

Numero di studenti coinvolti:

Classe 2BLA, 20 alunni

Premessa

Stiamo vivendo un’epoca contraddistinta da una situazione di emergenza continua (crisi del modello economico, ambientale, scientifico, sanitario e dell’informazione), in cui molte certezze sociali si sono sgretolate, ponendo in primo piano la necessità di modificare completamente il nostro modo di essere e di relazionarci con gli altri e l’ambiente circostante. Il tema proposto intende indagare nuove realtà che implicano necessariamente una sperimentazione non priva di errori e incertezze, ma proprio per questo in grado di sovvertire il vuoto di valori e di prospettive che contraddistinguono i primi due decenni del nuovo millennio.

Metodologia

Tra le metodologie proposte vi sarà una prima parte di studio sulla “storia” degli errori nell’arte, dalle solarizzazioni di Man Ray alle immagini sfocate di Richter, e dei lasciapassare, istituiti nella maggior parte dei casi per limitare o controllare la libertà di espressione dell’individuo. La seconda parte sarà invece costituita da un percorso di conoscenza dell’arte contemporanea, portato avanti attraverso approfondimenti di opere della collezione Guggenheim di Venezia, (di Magritte, Pollock, Ernst, Duchamp), visione di video con esempi operativi (Shimamoto e il film “Opera senza autore”, sulla vita di G. Richter) ed esperienze di laboratorio con confronti diretti con i docenti.

Nodi tematici

Tra i punti salienti del laboratorio ci sarà un’esercitazione mirata a definire la propria identità (stati d’animo, concetti, contesto), finalizzata alla produzione di una personale tavola sinottica di suggestioni, valori e idee (moodboard). In seguito il lavoro si svilupperà passando dall’interiorizzazione ad un ambito più esteriore, di interazione, dove ogni studente darà vita ad un proprio “greenpass”, sia geometrico (con riferimento al qr code) che artistico-espressivo, visto come carta di accesso e di comunicazione tra interno ed esterno, con riferimenti agli aspetti psicologici e sociali vissuti in questi due anni.