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Un’opera per salvare il pianeta

Nome della scuola:

Scuola Primaria “G.Marconi” – IC Fontanafredda, Fontanafredda, Pordenone

Docenti responsabili:

Irene Valent

Numero di studenti coinvolti:

43

Premessa

Il progetto “Un’opera per salvare il pianeta” ha interessato 43 alunni di classe prima in un percorso eterogeneo che li ha coinvolti attivamente nella progettazione e nella realizzazione di un’opera d’arte sociale collettiva. Il percorso è partito proponendo alcune attività di brainstorming che hanno permesso di mettere in luce le loro conoscenze, misconoscenze ed esperienze su chi sia un’artista e su quale sia lo scopo dell’arte. Attraverso la successiva osservazione di alcune opere d’arte, appartenenti a periodi e stili molto differenti, è stato possibile comprendere quanto sia complesso e, spesso, impossibile arrivare ad una definizione univoca. In questa fase, sono stati osservati dipinti realistici, impressionisti e cubisti, opere appartenenti alle Avanguardie storiche e opere contemporanee fra cui: La Primavera di S. Botticelli (1478), Mosè di Michelangelo (1513-1515), Monna Lisa di L. Da Vinci, Ritratto di Leone X con due cardinali di Raffaello (1518), Impressione, sole nascente di C. Monet (1872), L’impero della luce di R. Magritte (1953-1954), Verso l’alto di V. Kandinskij (1929), Ritratto di Frau P. nel Sud di P. Klee (1924), Lo studio di P. Picasso (1928), Foresta incantata di J. Pollok (1947), Senza titolo di K. Malevich (1916), Verso Ovest (Blocchi non scolpiti) di C. Andre (1975), Perso di E. Baj (1967), Sacco rosso di A. Burri (1954) e alcuni mobile di Calder. L’osservazione di opere così differenti fra loro nella forma e nello stile ha permesso di smantellare alcuni stereotipi e preconcetti sull’arte: infatti, fino a questo momento, era vista dai bambini come una rappresentazione che debba rimanere quanto più possibile fedele alla realtà. L’avvicinarsi ad opere astratte ha permesso loro di intuire come l’artista sia anche colui che produce “qualcosa di nuovo e originale che gli altri non avrebbero mai immaginato di fare” (A.S. di 6 anni). Le opere d’arte, antiche e moderne, a volte, possono essere il frutto di un lavoro collettivo a cui partecipano sia il maestro che i suoi discepoli. È così che i nostri piccoli artisti hanno fatto un vero e proprio tuffo nel passato, scoprendo come si dipingeva e scolpiva nei cantieri del Medioevo (1100-1200) e nelle botteghe: in quel periodo l’arte era il prodotto di un atto creativo unitario, dove il singolo era subordinato alle esigenze del lavoro artistico collettivo. Opere ed installazioni collettive, dunque, sono state un nucleo importante del nostro percorso. Dapprima abbiamo osservato e analizzato alcune opere di arte pubblica, realizzate allo scopo di unire la comunità e alla quale hanno partecipato sia esperti sia persone comuni. In particolare, sono state prese in esame “Dominoes” della compagnia di artisti Station House Opera, “The Fleeting City” di Oliviere Grossetête e “Dispatchwork” di Jan Vormann, a cui è seguita anche la geolocalizzazione delle opere di Vorman sul nostro territorio, attraverso la mappa da lui stesso creata. Queste opere sono state il punto di partenza per due laboratori che hanno coinvolto i bambini nella realizzazione di alcune opere collettive. La prima è un’opera di classe ispirata a Mirò: ciascun alunno ha colorato un solo pezzetto che da solo non aveva significato ma, assemblato con tutti gli altri, ha dato vita ad un'unica rappresentazione collettiva. Il secondo laboratorio ha previsto, invece, la realizzazione in piccoli gruppi di alcune opere ispirate ai Dispatchwork di Vormann, create utilizzando della pasta modellabile DAS e dei vecchi Lego. Anche lo scopo dell’arte ha offerto importanti spunti di conversazione: mentre alcuni apprezzano il suo valore puramente estetico, altri ritengono che l’arte debba anche comunicare un messaggio. Le opere d’arte, infatti, secondo i piccoli alunni, possono servire sia per decorare e abbellire ma anche per comunicare a chi le osserva emozioni o messaggi. Proprio partendo da quest’ultima considerazione, i nostri piccoli artisti hanno osservato e geolocalizzato alcune opere di Land Art contestualizzandole nel territorio, ipotizzandone e scoprendone il significato: “Beyond the sea”, “Handle with care” e “My head is a jungle” di Millo; “Season’s geeting”, “Camera Man and Flower” e “Show Me the Monet” di Bansky. Ispirandosi a queste opere d’arte sociale, ogni gruppo classe ha scelto un messaggio, ha progettato e realizzato un'opera d'arte materica in base allo scopo comunicativo scelto, utilizzando materiali di riciclo o di recupero. Infine, il percorso è terminato con la partecipazione ad un virtual tour alla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia in cui i bambini hanno potuto osservare alcune opere presenti nella collezione e inerenti al percorso svolto, mettendosi in gioco e partecipando attivamente alle domande-stimolo proposte dall’esperta.

Metodologia

Le metodologie adottate hanno previsto: attività laboratoriali, e attività manipolative ed espressive; la lettura e l’interpretazione di opere d’arte di tipo eterogeneo e l’esecuzione di produzioni personali, spiegando la tecnica applicativa; la valorizzazione dell’interdisciplinarietà, dell’inclusione e della cooperazione; il virtual tour alla Collezione Peggy Guggenheim.

 

Nodi tematici

  • - L’arte e la figura dell’artista nelle diverse epoche;
  • - L’arte come veicolo di messaggi sociali ed elemento di inclusione;
  • - Le opere collettive;
  • - L’arte pubblica e l’arte sociale, con particolare riferimento alla Land Art;
  • - Imparare ad utilizzare alcuni elementi costitutivi del linguaggio visivo (linea, forma, colore, composizione);
  • - Imparare ad utilizzare alcune tecniche: il collage materico e l’assemblage, la pittura con tempere ed acquerelli, l’uso di pasta modellabile.