Il primitivo che c'è in noi - Incroci di civiltà

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Nome della scuola:

I.T.C. Riccati-Luzzati, Treviso

Docenti responsabili:

Paola Gesiotto

Altri docenti partecipanti:

Sebastiano Pizzardi, Alessandra Faenza, Annarita Trigiante

Numero di studenti coinvolti:

50

Premessa

L’interesse per l’attività si sviluppa in seguito alla partecipazione degli insegnanti al programma A scuola di Guggenheim con l’obiettivo di avvicinare gli studenti alla fruizione dell’arte moderna, in particolare al gusto estetico predominante nel primo novecento e, contemporaneamente, all’oggetto etnografico “diverso” dai parametri estetici occidentali. Il progetto spazia tra multiformi aspetti disciplinari, coinvolgendo la storia, la geografia, l’antropologia, l’area linguistico-letteraria e, nella realizzazione di un elaborato grafico, la statistica e la tecnologia informatica. Inoltre dal punto di vista formativo-educativo si mira a stimolare l’interesse dei giovani studenti verso il patrimonio artistico e museale presente nel territorio al fine di sensibilizzarne la tutela, la conservazione e il gusto estetico. La specificità poi dell’indirizzo scolastico, precipuamente economico, consente di ampliare la preparazione verso un ambito, il mercato dell’arte, nel quale poter trovare nuovi sbocchi e percorsi professionali.

Metodologia

I docenti delle discipline coinvolte hanno adottato svariate pratiche didattiche quali lezione frontale, analisi di opere presenti nell’esposizione museale, comparazioni e confronti storici con manufatti etnografici arcaici, discussioni e lezioni interattive, brain storming e problem solving, ricerca-azione e flipped classsroom, peer to peer. Nella fase successiva si è svolta una ripartizione del lavoro, organizzato a tratti in piccoli gruppi e/o singolarmente, con procedure miranti alla cooperazione, alla discussione e al confronto reciproco (cooperative learning), nonché all’inclusione e al senso del vivere interculturale nella società odierna. Nel corso dell’anno è stata effettuata altresì una visita guidata alla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia nell’ambito del programma educativo ideato nell'ambito del progetto A scuola di Guggenheim.

Nodi tematici

La scoperta del primitivo nell’uomo moderno, espresso già in forme filosofiche e letterarie nel mito del “buon selvaggio” di Jean-Jacques Rousseau, trova diffusione nell’ambito dell’espansione coloniale europea, in concomitanza con lo sviluppo degli studi antropologici, sia pure in prospettiva eurocentrica ed espressa nel “fardello dell’uomo bianco”. Il ritorno a uno stato di natura primordiale, a una innocenza perduta con l’evoluzione sociale, si espresse in campo artistico nelle opere ad es. di Paul Gauguin, Henri Matisse, Pablo Picasso, più che come movimento unitario però, come tendenza trasversale e che assunse i contorni del “brutto”, spontaneo, del naturale studiato e ricercato. Il recupero del primitivo adamitico, privo di foglie di fico espressione di convenzioni sociali, trovò realizzazioni artistiche rilevanti in Gauguin, Picasso, Matisse, Constantin Brancusi. Tuttavia tale prospettiva artistica rimase in nuce irrealizzata, in un certo senso “tradita” dagli stessi artisti che del primitivo diedero più un’interpretazione distorta, avulsa dai contesti storico-sociali di appartenenza. Il percorso del progetto si è snodato attraverso gli influssi delle sculture africane stilizzate di Picasso e nello studio e analisi dei lavori artistici di C. Brancusi, Jackson Pollock, Joseph Cornell.