Magico!

“Quando si tratta di magia essere chiari vuol dire anzitutto essere caotici, poiché all’origine le due cose sono una solaˮ. André Breton, L’arte magica, 1957

Il senso di meraviglia, ovvero il senso dello stupore, dell’incredibile e dell’inatteso, unito al senso del mistero, cioè l’attrazione verso ciò che è ignoto e inspiegabile, sono tra i primi impulsi che spingono l’uomo ad approfondire le proprie conoscenze e a indagare il mondo, tentando di svelare quanto si presenta come incomprensibile e sconosciuto.
Meraviglia e mistero sono anche alla base della definizione di magia, intesa come pratica in grado di controllare le forze della natura, come avvenimento sorprendente e imprevisto, e come capacità di incantare e illudere. Ma la parola illusionismo ha la duplice accezione, da un lato, di abilità nell’eseguire giochi sorprendenti, spettacolari e inverosimili e dall’altro di effetto artistico volto a suscitare nello spettatore l'impressione di trovarsi a contatto con la realtà e non con una sua rappresentazione.

Proprio l’illusione, l’abbaglio sensoriale che falsa la percezione della realtà, è tra gli elementi fondanti della produzione artistica: basti pensare alla prospettiva, che ci permette di riconoscere la profondità su una superficie piana, o al trompe-l'oeil ( propriamente “inganno dell'occhioˮ), un artificio in grado di abbattere i limiti di uno spazio chiuso. Nel Novecento diversi artisti ricercano gli effetti illusori della percezione, come René Magritte, che ne L’impero della luce (1953–54) rappresenta una scena notturna alla quale fa da sfondo un cielo azzurro illuminato a giorno. La combinazione paradossale del buio e della luce contraddice una regola fondamentale della natura, provocando nell’osservatore meraviglia e sorpresa.  Diversamente, l'arte Optical, movimento nato intorno agli anni sessanta, ricerca illusioni ottiche e di movimento tramite l’accostamento di soggetti geometrici e astratti o l’alternanza di colori. Le dinamiche della percezione visiva sono affrontate, con approccio scientifico, anche dallo scultore britannico Anish Kapoor.

Se nei secoli la magia è stata d’ispirazione per numerosi artisti, che hanno incluso nelle proprie opere contenuti magico-alchemici o simboli cabalistici e misteriosi, nel Novecento il Surrealismo individua nel superamento della realtà l’obiettivo della propria ricerca. Gli artisti appartenenti a questo movimento riconoscono nel sogno, nell’inconscio, nella fantasia e nella magia i mezzi utili al raggiungimento di questa super-realtà, situata oltre il mondo materiale e l’esperienza empirica. I surrealisti abbracciano magia e alchimia come strade che non si conformano al progresso e alla logica e come alternative volte al rinnovamento culturale e spirituale. La magia è perciò intesa come forza trasformatrice per l’immaginazione, in grado di emancipare la mente da ogni limite o confine imposto per liberarne il pieno potenziale. Questo interesse affiora  anche negli scritti e nell’opera tarda di Salvador Dalí, nella sperimentazione tecnica di Max Ernst, nei soggetti ritratti da Victor Brauner, Leonora Carrington o Leonor Fini, così come nel testo L’arte magica (1957), nel quale André Breton traccia le origini delle arti magiche e individua nel Surrealismo il punto culminante delle stesse. 

Progetti realizzati
Magicamente colori

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MagiCarte

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Magico!

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Magico!

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Magie d'acqua

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Nel magico mondo dell’arte!

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Scorci di magia nell’arte

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Stupeficium

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